La storia dell’emancipazione femminile affonda le radici nella notte dei tempi. La donna ha dovuto lottare duramente per vedersi riconosciuta la totale uguaglianza, rispetto all’uomo, nei diritti e nelle opportunità. La Costituzione italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, considera e valorizza la donna e la figura femminile. Le disposizioni della Costituzione ci dicono che non solo la donna è, per legge, uguale in diritti all’uomo, ma anche che è dovere della Repubblica agire affinché questa uguaglianza venga in concreto e nel quotidiano attuata in ogni campo della vita sociale, economica e politica. Ciò va fatto considerando la donna sia come singolo essere umano, sia nell’ambito di tutte le formazioni sociali dove si svolge la sua personalità (famiglia, scuola, associazioni, strutture pubbliche). Per ragioni storiche e per rimarcare l’eguaglianza uomo – donna, la Costituzione ha voluto sottolineare in modo particolare alcuni diritti, evidenziando che essi vanno in concreto riconosciuti alle donne. Si tratta in dettaglio:
- della protezione della maternità, cioè la predisposizione da parte delle strutture pubbliche di tutto quello che occorre per agevolare la donna nel delicato compito dell’essere madre;
- del diritto della donna lavoratrice, a parità di lavoro, di conseguire le stesse retribuzioni del lavoratore e di avere condizioni di lavoro che le consentano di adempiere la sua funzione all’interno della famiglia;
- del diritto della donna all’elettorato attivo una volta conseguita la maggiore età;
- del diritto alle pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza.