In occasione della festa di San Giuseppe, il 19 Marzo, a Termoli,  si prepara un pranzo speciale composto da  13 pietanze: in generale si tratta di piatti ‘poveri’, a base di legumi, ma anche di pasta (spaghetti con le acciughe, spaghetti con la mollica).
Tradizione vuole che tra gli ospiti dovranno esserci un uomo, una donna e un bambino che simboleggiano la Sacra Famiglia. La cultura popolare rievoca, nell’organizzazione e nella simbologia, la memoria di Beni immateriali del Molise e l’identità culturale viste anche attraverso gli antichi canti rituali. Secondo la tradizione, San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri. Dunque, la festa di San Giuseppe non è solo la festa del pane, del buon raccolto e della bella stagione in arrivo, ma soprattutto la festa della famiglia dove, grazie al pranzo preparato insieme e dedicato a tutti, si rinnovano i valori autentici della vita contadina. A farla da padrone, per tradizione, è la preparazione del pane, che viene distribuito ad amici, poveri, bisognosi e a tutte le persone del paese; sempre presente sulle tavole e sugli  altari della festa, celebrata all’insegna dei valori del pellegrinaggio e dell’ospitalità. 

 

                                 San Giuseppe, uomo giusto e puro 

 

Un esempio di speranza  per tutti noi alunni che viviamo un momento di incertezza e precarietà.

Giuseppe incarna l’essenza del servizio e dell’amore declinato in tutte le sue forme: amore matrimoniale, amore paterno, amore filiale, amore nel proprio lavoro. È un uomo giusto e misericordioso, capace di guardare oltre le convenzioni sociali; Il santo dell’anti-protagonismo. È un uomo pratico, capace di ascoltare la voce di Dio e di metterla in pratica, prendendo le giuste decisioni per il bene della sua famiglia.

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